L'alto sassofonista Steve Lehman è tornato. Il New York Times ha considerato il suo ultimo album del 2009 "Travail, Transformation and Flow" il miglior disco jazz dell'anno: l'album solidificava lo status di Lehman di compositore visionario con potenti ed innovative idee sul futuro del jazz. Ma nel suo nuovo album in trio, "Dialect Fluorescent", Lehman smentisce la sua reputazione di modernista fissato sul futuro, combinando le sue composizioni originali con un ricco programma di opere create da leggende del jazz come John Coltrane e Jackie McLean. Ma l'album non è un rispettoso omaggio alla tradizione del jazz: ogni pezzo di "Dialect Fluorescent" diventa l'opportunità di dimostrare il proprio progetto musicale, interpretato con ironia e nostalgia. Il cd permette di apprezzare appieno il particolare approccio di Lehman al sax alto: una combinazione di accordi esplosivi che si articolano come se fossero tagliati con il rasoio con una prodigiosa familiarità con il fraseggio microtonale all'interno di complesse strutture ritmiche. Il superbo accompagnamento di Damion Reid (Robert Glasper, Bob Hurst, Rudresh Mahanthappa) alla batteria e di Matt Brewer (Greg Osby, Gonzalo Rubalcaba) al basso, evidenzia un notevole interplay che permette ai musicisti di interpretare i più impegnativi materiali con una sorprendente finezza improvvisativa, per creare un nuovo dialetto musicale esplicitamente orientato al futuro ma profondamente radicato nel linguaggio della tradizione jazz. |
