'Desert Blues' è la fortunata espressione coniata negli anni '90 da alcuni critici musicali per definire lo stile di Ali Farka Toure, Tinariwen ed altri, che ha contribuito a far crescere la curiosità e l'interesse internazionale per questa particolare espressione musicale africana. In effetti il blues americano affonda le radici nell'Africa occidentale, in particolare nelle regioni del Sahel e del Sahara, aride terre desertiche popolate dai nomadi blu del popolo Tuareg. Nato da madre Tuareg e padre italiano, Faris Amine è cresciuto in vari paesi del mondo per poi fermarsi stabilmente in Italia, dove attualmente vive. Attraversata da varie influenze e diversi stili, la musica di questo artista è un mix suggestivo di contaminazioni alla cui base rimane sempre la cultura musicale Tuareg. In "Mississippi to Sahara", Faris propone 10 brani storici del blues americano del delta rurale del Mississippi, ma arrangiati utilizzando lo stile Tuareg chiamato 'assouf'. Registrati in soli tre giorni, senza l'utilizzo di effetti superflui, i brani di "Mississippi to Sahara" sono suonati in modo semplice, rispecchiando lo stile del blues americano: una voce, una o due chitarre e, in alcuni casi, il ritmo discreto delle percussioni. L'album di Faris è musica allo stato puro che mantiene, come un deserto africano, solo l'essenziale: la nostalgia dell'esilio, il dolore di essere lontano dalla famiglia e dal paese, ossia quel sentimento forte e straziante spesso provato dagli schiavi afro-americani. "Mississippi to Sahara" è la dimostrazione di quanto inaspettatamente vicine siano le culture americana ed africana: un album imperdibile per gli amanti di blues e Africa. |
