SPIN DOCTORS :  IF THE RIVER WAS WHISKEY  (RUF)

Gli Spin Doctors sono un gruppo musicale statunitense di funk/rock ed alternative rock che raggiunse la fama nel 1992 con singoli come “Two Princes” e “Little Miss Can’t Be Wrong”, brani che si piazzarono rispettivamente al settimo ed al diciassettesimo posto delle classifiche americane. Nel 2013 Chris Barron (voce), Aaron Comess (percussioni), Eric Schenkman (chitarra) e Mark White (basso) decisero che era ora di cambiare, di fare un album che mostrasse al pubblico il lato più blues della formazione. Fu così che, nello studio di registrazione a casa di Comess, nacque “If the River Was Whiskey”, una raccolta di originali blues che sembra un impenitente ritorno al passato della mitica Chess Records degli anni ’50 e ’60. L’immediatezza della musica è strabiliante, gli Spin Doctors non hanno mai suonato così live in un disco. Comess e White danno spessore alle musiche e lasciano al chitarrista Schenkman lo spazio necessario per i suoi assolo, mentre il fraseggio del cantante Barron ricorda lo stile languido, strascicato e laconico di Levon Helm. Ma per quanto il disco degli Spin Doctors ricordi un’epoca passata ed alcuni suoi mitici musicisti, “If the River Was Whiskey” non è né un omaggio né uno scimmiottamento di qualcosa che c’è già stato: la band ha piuttosto scavato nel suo stesso dna e lo ha rielaborato, portando alla luce l’essenza blues della band che è sempre esistita e che mai come ora pretendeva di manifestarsi.
SPIN DOCTORS
IF THE RIVER WAS WHISKEY
RUF - CD: RUF 1190
Gli Spin Doctors sono un gruppo musicale statunitense di funk/rock ed alternative rock che raggiunse la fama nel 1992 con singoli come “Two Princes” e “Little Miss Can’t Be Wrong”, brani che si piazzarono rispettivamente al settimo ed al diciassettesimo posto delle classifiche americane. Nel 2013 Chris Barron (voce), Aaron Comess (percussioni), Eric Schenkman (chitarra) e Mark White (basso) decisero che era ora di cambiare, di fare un album che mostrasse al pubblico il lato più blues della formazione. Fu così che, nello studio di registrazione a casa di Comess, nacque “If the River Was Whiskey”, una raccolta di originali blues che sembra un impenitente ritorno al passato della mitica Chess Records degli anni ’50 e ’60. L’immediatezza della musica è strabiliante, gli Spin Doctors non hanno mai suonato così live in un disco. Comess e White danno spessore alle musiche e lasciano al chitarrista Schenkman lo spazio necessario per i suoi assolo, mentre il fraseggio del cantante Barron ricorda lo stile languido, strascicato e laconico di Levon Helm. Ma per quanto il disco degli Spin Doctors ricordi un’epoca passata ed alcuni suoi mitici musicisti, “If the River Was Whiskey” non è né un omaggio né uno scimmiottamento di qualcosa che c’è già stato: la band ha piuttosto scavato nel suo stesso dna e lo ha rielaborato, portando alla luce l’essenza blues della band che è sempre esistita e che mai come ora pretendeva di manifestarsi.
anche disponibiliemissione del 11 Luglio 2016