WILSON BIG DADDY :  NECKBONE STEW  (RUF)

Facendo un giro in Cadillac attraverso gli Stati Uniti del sud si sentono un sacco di tipi diversi di musica nell’aria: “Neckbone Stew” li riunisce tutti in un disco, come i tanti sapori che si possono gustare in un prelibato spezzatino (in inglese stew). Il noto bluesman americano, vincitore di un prestigioso Grammy Award, ha definito la sua ultima pubblicazione «un mix di tutte le spezie e della roba buona che si trova nelle cucine del sud del paese. Per fare un buono stufato c’è bisogno di un po’ di tutto e questa è l’idea che è alla base del disco. Un bel melange di blues, spiritual, roots, soul e reggae». “Neckbone Stew” è solo l’ultimo colpo di scena all’interno di una vita affascinante: nato e cresciuto ad Edenton, North Carolina, nel 1979 Wilson per scappare dalla povertà della sua terra, si è arruolato nell’esercito americano con il quale è arrivato in Germania dove per la prima volta nella sua vita ha conosciuto il blues. In Europa dunque Big Daddy ha scoperto il suo talento per la composizione ed una voce incredibile che ha conquistato la leggenda del blues Eric Bibb che di lui ha detto: «Non appena si ascolta la voce di Big Daddy Wilson, sia che parli o che canti, si sentono le sue radici country. E’ una voce battezzata nel fiume della canzone afro-americana, una voce con il potere di guarire». Oltre a mettere insieme molti generi musicali, “Neckbone Stew” ha anche il grande pregio di avvalersi di un dream-team di musicisti: Wilson è infatti affiancato da Cesare Nolli (chitarra) e Paolo Legramandi (basso) e da ospiti illustri come la cantante folk/blues americana Ruthie Foster, il chitarrista svedese Staffan Astner ed il mito del blues Eric Bibb alla chitarra. In un periodo in cui la maggior parte della musica mainstream non riesce più a soddisfare le aspettative del pubblico “Neckbone Stew” inverte questa tenenza, regalando a tanti ascoltatori dell’ottimo cibo per l’anima. L’ultima parola spetta a Big Daddy: «Durante tutta la mia carriera sono stato influenzato ed ispirato da molte persone talentuose, da luoghi e cose. In qualche modo ho voluto portare tutto questo in un album, ho voluto mettere tutto in uno stufato…”.
WILSON BIG DADDY
NECKBONE STEW
RUF - CD: RUF 1236
Facendo un giro in Cadillac attraverso gli Stati Uniti del sud si sentono un sacco di tipi diversi di musica nell’aria: “Neckbone Stew” li riunisce tutti in un disco, come i tanti sapori che si possono gustare in un prelibato spezzatino (in inglese stew). Il noto bluesman americano, vincitore di un prestigioso Grammy Award, ha definito la sua ultima pubblicazione «un mix di tutte le spezie e della roba buona che si trova nelle cucine del sud del paese. Per fare un buono stufato c’è bisogno di un po’ di tutto e questa è l’idea che è alla base del disco. Un bel melange di blues, spiritual, roots, soul e reggae». “Neckbone Stew” è solo l’ultimo colpo di scena all’interno di una vita affascinante: nato e cresciuto ad Edenton, North Carolina, nel 1979 Wilson per scappare dalla povertà della sua terra, si è arruolato nell’esercito americano con il quale è arrivato in Germania dove per la prima volta nella sua vita ha conosciuto il blues. In Europa dunque Big Daddy ha scoperto il suo talento per la composizione ed una voce incredibile che ha conquistato la leggenda del blues Eric Bibb che di lui ha detto: «Non appena si ascolta la voce di Big Daddy Wilson, sia che parli o che canti, si sentono le sue radici country. E’ una voce battezzata nel fiume della canzone afro-americana, una voce con il potere di guarire». Oltre a mettere insieme molti generi musicali, “Neckbone Stew” ha anche il grande pregio di avvalersi di un dream-team di musicisti: Wilson è infatti affiancato da Cesare Nolli (chitarra) e Paolo Legramandi (basso) e da ospiti illustri come la cantante folk/blues americana Ruthie Foster, il chitarrista svedese Staffan Astner ed il mito del blues Eric Bibb alla chitarra. In un periodo in cui la maggior parte della musica mainstream non riesce più a soddisfare le aspettative del pubblico “Neckbone Stew” inverte questa tenenza, regalando a tanti ascoltatori dell’ottimo cibo per l’anima. L’ultima parola spetta a Big Daddy: «Durante tutta la mia carriera sono stato influenzato ed ispirato da molte persone talentuose, da luoghi e cose. In qualche modo ho voluto portare tutto questo in un album, ho voluto mettere tutto in uno stufato…”.
anche disponibiliemissione del 30 Gennaio 2017