PANGEA ULTIMA :  ESPACIOS ABIERTOS  (NEUKLANG)

Pangea Ultima è il nuovo progetto in quintetto del compositore e bandleader José Diaz de Leon. Il nome della formazione si riferisce al supercontinente che si ritiene includesse tutte le terre emerse della terra durante il Paleozoico: ma con Pangea Ultima, José Diaz de Leon ipotizza una futura ed avveniristica riunificazione dei continenti oggi esistenti che porterebbe alla distruzione di tutte le odierne barriere. Per il suo primo concept album, Espacios Abiertos, il quintetto ha scelto come fulcro tematico l'origine ed il futuro dell'umanità. Oltre a brani famosissimi come Solar di Miles Davis, Alfonsina Y El Mar di Mercedes Sosa e Spain di Chick Corea, Espacios Abiertos propone alcuni originali firmati da José Diaz de Leon che rivelano la sua biculturalità di messicano cresciuto in Germania. Le sue canzoni, proprio come Pangea Ultima, non conoscono confini di sorta: uniscono groove africani, armonie occidentali, sonorità indiane ed il temperamento latino-americano. Al fianco di José Diaz de Leon (chitarra tres cubana, voce) ci sono straordinari strumentisti della scena world e jazz della città di Colonia: Daniel Manrique-Smith (flauto alto e basso, voce), Roman Fuchss (basso), Antonio Fusco (batteria) e Christian Fehre (percussioni). L'ultima parola su Espacios Abiertos spetta al bandleader: Quando arrivarono in Europa dall'Africa, i nostri antenati facevano già musica con i tamburi ed il suono delle loro voci. Lo strumento più antico che si conosca fino ad oggi è un flauto di circa 9000 anni, trovato in Cina e costruito con ossa di avvoltoio. Sin dalla nascita dell'umanità, ci siamo espressi attraverso la musica ed il racconto: le gioie ed i dolori, le paure e le speranze. Lasciamo che questo sia un ulteriore contributo, un altro viaggio attraverso lo spazio ed il tempo. Da ascoltare mentre si cucina, si guida e mentre si fa l'amore.
PANGEA ULTIMA
ESPACIOS ABIERTOS
NEUKLANG - CD: NCD 4170
Pangea Ultima è il nuovo progetto in quintetto del compositore e bandleader José Diaz de Leon. Il nome della formazione si riferisce al supercontinente che si ritiene includesse tutte le terre emerse della terra durante il Paleozoico: ma con Pangea Ultima, José Diaz de Leon ipotizza una futura ed avveniristica riunificazione dei continenti oggi esistenti che porterebbe alla distruzione di tutte le odierne barriere. Per il suo primo concept album, "Espacios Abiertos", il quintetto ha scelto come fulcro tematico l'origine ed il futuro dell'umanità. Oltre a brani famosissimi come "Solar" di Miles Davis, "Alfonsina Y El Mar" di Mercedes Sosa e "Spain" di Chick Corea, "Espacios Abiertos" propone alcuni originali firmati da José Diaz de Leon che rivelano la sua biculturalità di messicano cresciuto in Germania. Le sue canzoni, proprio come Pangea Ultima, non conoscono confini di sorta: uniscono groove africani, armonie occidentali, sonorità indiane ed il temperamento latino-americano. Al fianco di José Diaz de Leon (chitarra tres cubana, voce) ci sono straordinari strumentisti della scena world e jazz della città di Colonia: Daniel Manrique-Smith (flauto alto e basso, voce), Roman Fuchss (basso), Antonio Fusco (batteria) e Christian Fehre (percussioni). L'ultima parola su "Espacios Abiertos" spetta al bandleader: "Quando arrivarono in Europa dall'Africa, i nostri antenati facevano già musica con i tamburi ed il suono delle loro voci. Lo strumento più antico che si conosca fino ad oggi è un flauto di circa 9000 anni, trovato in Cina e costruito con ossa di avvoltoio. Sin dalla nascita dell'umanità, ci siamo espressi attraverso la musica ed il racconto: le gioie ed i dolori, le paure e le speranze. Lasciamo che questo sia un ulteriore contributo, un altro viaggio attraverso lo spazio ed il tempo. Da ascoltare mentre si cucina, si guida e mentre si fa l'amore".
anche disponibiliemissione del 11 Dicembre 2017