ENDERS JOHANNES :  ENDORPHIN  (YELLOWBIRD)

Johannes Enders è considerato uno dei migliori interpreti europei di sax tenore. Dicono di lui: Enders è un esperto strumentista (Down Beat Magazine), diversamente da molti altri giovani musicisti, Enders ha il suo suono (Cadence Magazine), la scoperta dell'anno (Jazz Life), uno dei più importanti narratori del jazz di oggi (Jazz Podium). Con il suo quartetto formato da Jean-Paul Brodbeck (pianoforte), Phil Donkin (basso) e Howard Curtis (batteria), Enders (sax alto e tenore) presenta Endorphin, album dalle tante sfumature in cui i diversi elementi sono sapientemente tenuti sotto controllo, ma sempre garantendo all'atmosfera generale una buona dose di spontaneità. Ascoltando Endorphin si rimane colpiti dalla maestria di Enders nel suonare il suo strumento: il musicista ha uno stile personale in cui sono evidenti gli influssi di Stan Getz a John Coltrane. Tuttavia Enders non copia i suoi modelli, ma li suona in maniera originale, dando vita a qualcosa di totalmente nuovo. L'album propone otto originali del sassofonista tra i quali Endorphin, brano dai ritmi ascendenti e discendenti che alludono ad uno stato di beatitudine permanente. Vale la pena poi ricordare Memory Ship, pezzo di grande poesia e tenerezza e Captain Roland Kirk, composizione caratterizzata da sonorità pirotecniche, ovviamente dedicata a Roland Kirk. Endorphin è un album caratterizzato da un suono intenso, in cui ogni strumento è perfettamente mixato. Si sente l'influenza americana nelle melodie del sax di Enders, specialmente del soul jazz e del free Jazz degli anni '60. La musica è varia, a volte ruvida, altre dolce ed altre ancora energica, ma costantemente alimentata da un'incredibile finezza improvvisativa. Endorphin è un efficace antidoto allo zapping ed all'infotainment ed è la dimostrazine di come la buona musica possa essere un buon alleato contro la frenesia della vita moderna.
ENDERS JOHANNES
ENDORPHIN
YELLOWBIRD - CD: YEB 77902
Johannes Enders è considerato uno dei migliori interpreti europei di sax tenore. Dicono di lui: "Enders è un esperto strumentista" (Down Beat Magazine), "diversamente da molti altri giovani musicisti, Enders ha il suo suono" (Cadence Magazine), "la scoperta dell'anno" (Jazz Life), "uno dei più importanti narratori del jazz di oggi" (Jazz Podium). Con il suo quartetto formato da Jean-Paul Brodbeck (pianoforte), Phil Donkin (basso) e Howard Curtis (batteria), Enders (sax alto e tenore) presenta "Endorphin", album dalle tante sfumature in cui i diversi elementi sono sapientemente tenuti sotto controllo, ma sempre garantendo all'atmosfera generale una buona dose di spontaneità. Ascoltando "Endorphin" si rimane colpiti dalla maestria di Enders nel suonare il suo strumento: il musicista ha uno stile personale in cui sono evidenti gli influssi di Stan Getz a John Coltrane. Tuttavia Enders non copia i suoi modelli, ma li suona in maniera originale, dando vita a qualcosa di totalmente nuovo. L'album propone otto originali del sassofonista tra i quali "Endorphin", brano dai ritmi ascendenti e discendenti che alludono ad uno stato di beatitudine permanente. Vale la pena poi ricordare "Memory Ship", pezzo di grande poesia e tenerezza e "Captain Roland Kirk", composizione caratterizzata da sonorità pirotecniche, ovviamente dedicata a Roland Kirk. "Endorphin" è un album caratterizzato da un suono intenso, in cui ogni strumento è perfettamente mixato. Si sente l'influenza americana nelle melodie del sax di Enders, specialmente del soul jazz e del free Jazz degli anni '60. La musica è varia, a volte ruvida, altre dolce ed altre ancora energica, ma costantemente alimentata da un'incredibile finezza improvvisativa. "Endorphin" è un efficace antidoto allo zapping ed all'infotainment ed è la dimostrazine di come la buona musica possa essere un buon alleato contro la frenesia della vita moderna.
anche disponibiliemissione del 18 Febbraio 2019