MAHAVISHNU ORCHESTRA :  BIRDS OF FIRE  (SPEAKERS CORNER)

(Columbia KC 31996) John McLaughlin (g); Jerry Goodman (v); Jan Hammer (keyb, synth); Rick Laird (b); Billy Cobham (dr) - Registrato nell'agosto del 1972 ai Trident Studios di Londra da Ken Scott e ai CBS-Studios di New York da Jim Green. Prodotto dalla Mahavishnu Orchestra. Nata nel 1971 e scioltasi nel 1976, per poi ricostitursi nel 1984 e chiudere definitivamente i battenti nel 1987, la Mahavishnu Orchestra fu creata dal chitarrista Mahavishnu John McLaughlin e dal batterista Billy Cobham. Tra le produzioni della formazione, l'album di debutto, The Inner Mounting Flame, è forse il migliore tanto da essere stato incluso nella lista dei 100 Best Jazz Albums; solo poco tempo dopo i cinque talentuosi musicisti hanno registrato l'album di studio Birds Of Fire. Nei 9 originali di John McLaughlin, a cui si aggiunge Miles Beyon di Miles Davis, la Mahavishnu Orchestra propone una significativa fusione di rock dinamico con complessi ritmi indiani ed elementi appartenenti alla tradizione musicale occidentale. Nel brano di apertura da cui prende il titolo l'intero album, i musicisti combinano uno stile alla Jimi Hendrix con melodie estese, mentre in Miles Beyond, avvalendosi di potenti groove e raffinati riff, gli artisti attingono a tutto ciò che da sempre rende grande il jazz. Con una corposità che ricorda quella della musica da camera, Birds of Fire prosegue con Thousand Island Park, pezzo che fiorisce in colori tenui, a cui si contrappone Hope, la cui la musica si comporta come l'acqua inesorabile di una cascata: cerca disperatamente la propria via. Poi arriva One Word, brano in cui le strutture sonore finemente bilanciate si spostano verso le sonorità quasi techno del violino, per continuare con Sanctuary in cui l'ascoltatore è invitato a prendere parte ad una sorta di processione interiore. Non c'è tregua, è tutta una successione di emozioni fortissime fino ad arrivare al familiare suono funky di Open Country Joy che calma l'ascoltatore e lo accompgna verso una nuova ed intensa avventura: con i suoi paesaggi sonori in lenta crescita, il brano di chiusura Resolution è la quintessenza di tutto ciò che rende sublime la New Music.
MAHAVISHNU ORCHESTRA
BIRDS OF FIRE
SPEAKERS CORNER - Vinile: SPC 31996
(Columbia KC 31996) John McLaughlin (g); Jerry Goodman (v); Jan Hammer (keyb, synth); Rick Laird (b); Billy Cobham (dr) - Registrato nell'agosto del 1972 ai Trident Studios di Londra da Ken Scott e ai CBS-Studios di New York da Jim Green. Prodotto dalla Mahavishnu Orchestra. Nata nel 1971 e scioltasi nel 1976, per poi ricostitursi nel 1984 e chiudere definitivamente i battenti nel 1987, la Mahavishnu Orchestra fu creata dal chitarrista Mahavishnu John McLaughlin e dal batterista Billy Cobham. Tra le produzioni della formazione, l'album di debutto, "The Inner Mounting Flame", è forse il migliore tanto da essere stato incluso nella lista dei 100 Best Jazz Albums; solo poco tempo dopo i cinque talentuosi musicisti hanno registrato l'album di studio "Birds Of Fire". Nei 9 originali di John McLaughlin, a cui si aggiunge "Miles Beyon" di Miles Davis, la Mahavishnu Orchestra propone una significativa fusione di rock dinamico con complessi ritmi indiani ed elementi appartenenti alla tradizione musicale occidentale. Nel brano di apertura da cui prende il titolo l'intero album, i musicisti combinano uno stile alla Jimi Hendrix con melodie estese, mentre in "Miles Beyond", avvalendosi di potenti groove e raffinati riff, gli artisti attingono a tutto ciò che da sempre rende grande il jazz. Con una corposità che ricorda quella della musica da camera, "Birds of Fire" prosegue con "Thousand Island Park", pezzo che fiorisce in colori tenui, a cui si contrappone "Hope", la cui la musica si comporta come l'acqua inesorabile di una cascata: cerca disperatamente la propria via. Poi arriva "One Word", brano in cui le strutture sonore finemente bilanciate si spostano verso le sonorità quasi techno del violino, per continuare con "Sanctuary" in cui l'ascoltatore è invitato a prendere parte ad una sorta di processione interiore. Non c'è tregua, è tutta una successione di emozioni fortissime fino ad arrivare al familiare suono funky di "Open Country Joy" che calma l'ascoltatore e lo accompgna verso una nuova ed intensa avventura: con i suoi paesaggi sonori in lenta crescita, il brano di chiusura "Resolution" è la quintessenza di tutto ciò che rende sublime la New Music.
anche disponibiliemissione del 08 Aprile 2019