TAYLOR ALLAN :  ALL IS ONE  (STOCKFISCH)

Mentre negli album precedenti Allan Taylor ha cantato canzoni su quello che aveva osservato durante i suoi tanti viaggi, in All is One si spinge più in profondità, offrendo all'ascoltatore, come suggerisce il titolo stesso del progetto, una potente dichiarazione filosofica. Se un artista che ha quasi 70 anni chiama il suo album All Is One ha ovviamente qualcosa da dire. In questo periodo Taylor era appena uscito da una delle prove più dure della sua vita: una grave disfunzione alla spalla gli aveva impedito di suonare la chitarra per un periodo piuttosto lungo. Appena guarito è tornato nello studio di registrazione della Stockfisch Records. Invece di guidare sull'asfalto questa volta il chitarrista si muove nel tempo e la canzone da cui prende il titolo il disco è l'esempio migliore di questo nuovo punto di vista dell'artista. Il testo racconta di vecchie chitarre e di guanti di velluto che chiudono le porte, ma la canzone è ben lontana dall'affogare nella rassegnazione sentimentale. Taylor suona le sue amate chitarre Martin con la stessa intensa espressività che utilizza nel canto. Nell'ultima canzone l'artista riassume: Potrei non essere l'uomo perfetto, immagino che farò del mio meglio e termina l'album con la confusa leggerezza di un semplice accordo di re maggiore. Forse un tocco troppo modesto per un maestro?
TAYLOR ALLAN
ALL IS ONE
STOCKFISCH - Vinile: SFR 35780781
Mentre negli album precedenti Allan Taylor ha cantato canzoni su quello che aveva osservato durante i suoi tanti viaggi, in "All is One" si spinge più in profondità, offrendo all'ascoltatore, come suggerisce il titolo stesso del progetto, una potente dichiarazione filosofica. Se un artista che ha quasi 70 anni chiama il suo album "All Is One" ha ovviamente qualcosa da dire. In questo periodo Taylor era appena uscito da una delle prove più dure della sua vita: una grave disfunzione alla spalla gli aveva impedito di suonare la chitarra per un periodo piuttosto lungo. Appena guarito è tornato nello studio di registrazione della Stockfisch Records. Invece di guidare sull'asfalto questa volta il chitarrista si muove nel tempo e la canzone da cui prende il titolo il disco è l'esempio migliore di questo nuovo punto di vista dell'artista. Il testo racconta di vecchie chitarre e di guanti di velluto che chiudono le porte, ma la canzone è ben lontana dall'affogare nella rassegnazione sentimentale. Taylor suona le sue amate chitarre Martin con la stessa intensa espressività che utilizza nel canto. Nell'ultima canzone l'artista riassume: "Potrei non essere l'uomo perfetto, immagino che farò del mio meglio" e termina l'album con la confusa leggerezza di un semplice accordo di re maggiore. Forse un tocco troppo modesto per un maestro?
anche disponibiliemissione del 18 Gennaio 2021