VAUGHAN SARAH :  AFTER HOURS WITH SARAH VAUGHAN  (PURE PLEASURE)

Nel 1949 Sarah Vaughan (1924-1990) firmò il contratto con la Columbia e, nell'estate dello stesso anno, aggiunse un nuovo tassello alla sua serie personale di successi fatti di irresistibili ballate pop: Black Coffee. Indipendentemente da quello che stesse cantando, non si poteva fare a meno di notare la straordinaria estensione della sua voce e l'incredibile controllo che l'artista aveva di essa: Vaughan era in grado di spingere senza sforzo il suo strumento dall'estremità più bassa della scala a quella più alta. Cantare e respirare per 'La Divina' erano la stessa cosa. Originariamente registrate tra il 1949 ed il 1952, le tracce di After Hours With Sarah Vaughan dimostrano il sorprendente fraseggio della cantante, ossia la sua straordinaria capacità di associare i testi della canzone alla musica. Sembra semplice, ma non lo è. Richard Marcus prova a spiegare: E' la capacità di trasformare la voce nello strumento principale di una band e prendere una parola ed estenderla su un'intera serie di note. Tuttavia non significa solo la capacità di sostenere una nota, consiste anche nel continuare a cantare la melodia ma con solo una o poche parole, senza far loro perdere il significato e senza minare la continuità della canzone. Ovviamente questa capacità le ha permesso di essere ugualmente a suo agio con qualsiasi stile di musica cantasse. In After Hours With Sarah Vaughan la sentiamo navigare attraverso una serie di brani pop fluidamente orchestrati. Anche la versione di Summertime di Gershwin riceve un trattamento uptempo. Questa avrebbe potuto essere una raccolta di standard piuttosto commerciali, ma Vaughan dà loro un'anima, elevandoli al di sopra del livello di una qualsiasi canzone pop. Forse non era emotivamente così vigorosa come Billie Holiday, ma ciò non le ha impedito di essere in grado di infondere, anche alle canzoni più semplici, il cuore necessario per farle librare.
VAUGHAN SARAH
AFTER HOURS WITH SARAH VAUGHAN
PURE PLEASURE - Vinile: PP 660
Nel 1949 Sarah Vaughan (1924-1990) firmò il contratto con la Columbia e, nell'estate dello stesso anno, aggiunse un nuovo tassello alla sua serie personale di successi fatti di irresistibili ballate pop: "Black Coffee". Indipendentemente da quello che stesse cantando, non si poteva fare a meno di notare la straordinaria estensione della sua voce e l'incredibile controllo che l'artista aveva di essa: Vaughan era in grado di spingere senza sforzo il suo strumento dall'estremità più bassa della scala a quella più alta. Cantare e respirare per 'La Divina' erano la stessa cosa. Originariamente registrate tra il 1949 ed il 1952, le tracce di "After Hours With Sarah Vaughan" dimostrano il sorprendente fraseggio della cantante, ossia la sua straordinaria capacità di associare i testi della canzone alla musica. Sembra semplice, ma non lo è. Richard Marcus prova a spiegare: "E' la capacità di trasformare la voce nello strumento principale di una band e prendere una parola ed estenderla su un'intera serie di note. Tuttavia non significa solo la capacità di sostenere una nota, consiste anche nel continuare a cantare la melodia ma con solo una o poche parole, senza far loro perdere il significato e senza minare la continuità della canzone. Ovviamente questa capacità le ha permesso di essere ugualmente a suo agio con qualsiasi stile di musica cantasse. In "After Hours With Sarah Vaughan" la sentiamo navigare attraverso una serie di brani pop fluidamente orchestrati. Anche la versione di "Summertime" di Gershwin riceve un trattamento uptempo. Questa avrebbe potuto essere una raccolta di standard piuttosto commerciali, ma Vaughan dà loro un'anima, elevandoli al di sopra del livello di una qualsiasi canzone pop. Forse non era emotivamente così vigorosa come Billie Holiday, ma ciò non le ha impedito di essere in grado di infondere, anche alle canzoni più semplici, il cuore necessario per farle librare".
anche disponibiliemissione del 19 Luglio 2021