COLEMAN ORNETTE :  FREE JAZZ  (SPEAKERS CORNER)

(Rca LSP-1364) Ornette Coleman (as); Eric Dolphy (b-cl); Don Cherry, Freddie Hubbard (tp); Charlie Haden, Scott LaFaro (b); Billy Higgins, Ed Blackwell (dr) - Registrato nel dicembre 1960. L'espressione 'free jazz' esisteva già prima che questo disco di Ornette Coleman fosse pubblicato: indicava dei concerti jazz gratuiti, senza biglietto. L'album Free Jazz, tuttavia, è nato con lo scopo di dare un nome ad uno stile di nuovo jazz, diverso da tutto quello che si era sentito fino a quel momento. Fare free jazz vuol dire suonare liberamente, nessun musicista è vincolato alle convenzioni e può dare libero sfogo all'immaginazione creativa. Tale libertà permette di trovare nuove regole per ogni nuova composizione, offrendo una grande spinta all'innovazione. Per Free Jazz, registrato nel dicembre 1960 all'inizio dell'era del free jazz, Ornette Coleman ha pensato in grande: ha portato in studio contemporaneamente due quartetti, entrambi con due strumenti a fiato e senza pianoforte, e li ha lasciati suonare insieme per 36 minuti senza interruzione in una splendida improvvisazione collettiva, registrata mantenendo i due quartetti separati sui due canali stereo. Non ci sono temi precisi, anche se esistono brevi motivi che ricordano una fanfara in cui i fiati si uniscono. Il ritmo, cadenzato e continuo, è alla base della musica e viene sentito piuttosto che ascoltato. Un musicista dopo l'altro si fa avanti per improvvisare, quasi come in una jam session. Prima Coleman, poi Dolphy, poi i due trombettisti. Gli altri fiati non tacciono mai: commentano e si sostengono a vicenda continuamente, mantenendo il livello di energia altissimo per tutto il tempo. Solo quando è il turno dei bassisti e della batteria, i fiati restano muti per circa undici minuti. Free Jazz non è solo una pietra miliare della musica, ma anche e soprattutto un'esperienza sonora davvero fantastica.
COLEMAN ORNETTE
FREE JAZZ
SPEAKERS CORNER - Vinile: SPC 1364
(Rca LSP-1364) Ornette Coleman (as); Eric Dolphy (b-cl); Don Cherry, Freddie Hubbard (tp); Charlie Haden, Scott LaFaro (b); Billy Higgins, Ed Blackwell (dr) - Registrato nel dicembre 1960. L'espressione 'free jazz' esisteva già prima che questo disco di Ornette Coleman fosse pubblicato: indicava dei concerti jazz gratuiti, senza biglietto. L'album "Free Jazz", tuttavia, è nato con lo scopo di dare un nome ad uno stile di nuovo jazz, diverso da tutto quello che si era sentito fino a quel momento. Fare free jazz vuol dire suonare liberamente, nessun musicista è vincolato alle convenzioni e può dare libero sfogo all'immaginazione creativa. Tale libertà permette di trovare nuove regole per ogni nuova composizione, offrendo una grande spinta all'innovazione. Per "Free Jazz", registrato nel dicembre 1960 all'inizio dell'era del free jazz, Ornette Coleman ha pensato in grande: ha portato in studio contemporaneamente due quartetti, entrambi con due strumenti a fiato e senza pianoforte, e li ha lasciati suonare insieme per 36 minuti senza interruzione in una splendida improvvisazione collettiva, registrata mantenendo i due quartetti separati sui due canali stereo. Non ci sono temi precisi, anche se esistono brevi motivi che ricordano una fanfara in cui i fiati si uniscono. Il ritmo, cadenzato e continuo, è alla base della musica e viene sentito piuttosto che ascoltato. Un musicista dopo l'altro si fa avanti per improvvisare, quasi come in una jam session. Prima Coleman, poi Dolphy, poi i due trombettisti. Gli altri fiati non tacciono mai: commentano e si sostengono a vicenda continuamente, mantenendo il livello di energia altissimo per tutto il tempo. Solo quando è il turno dei bassisti e della batteria, i fiati restano muti per circa undici minuti. "Free Jazz" non è solo una pietra miliare della musica, ma anche e soprattutto un'esperienza sonora davvero fantastica.
anche disponibiliemissione del 04 Ottobre 2021