"Great Jazz Standards" è stato registrato in un periodo d'oro per Evans: aveva infatti appena partecipato alla registrazione di due enormi successi di Miles Davis, "Miles Ahead" e "Porgy And Bess". In "Great Jazz Standards" c'è il marchio di fabbrica di Gil Evans: un coro di ottoni sfaccettato e sorprendente, composto da eccellenti solisti. A rendere ancora più prezioso il disco ci sono il sassofonista Steve Lacy ed il clarinettista Budd Johnson a cui Evans garantisce uno spazio creativo speciale: il risultato è che gli interventi di questi due artisti sono da pelle d'oca! Gli assoli di Lacy in "Straight No Chaser" di Thelonious Monk e "Django" di John Lewis sono strepitosi e quello di Johnson in "Chant Of The Weed" di Don Redman non è da meno. Il trombettista Johnny Coles ha la sfortuna di essere paragonato a Miles Davis e di uscire inevitabilmente sconfitto dal confronto, tuttavia grazie al suo stile solare, aperto ed estroverso si rivela essere una piacevole alternativa per gli arrangiamenti di Evans. "Great Jazz Standards" è un album magnifico e forse un po' trascurato che vale quindi la pena riscoprire. |