HARRISON WENDELL :  GET UP OFF YOUR KNEES  (PURE PLEASURE)

Per tutta la sua ultra cinquantennale carriera, il sassofonista americano Wendell Harrison ha sempre scelto di avere una completa autonomia. Oltre ad essere una leggenda della scena jazz di Detroit e fare da mentore a musicisti emergenti attraverso la sua organizzazione noprofit Rebirth Inc., negli anni '70 Harrison ha anche fondato l'etichetta Tribe Records, creatrice di una rivista e di molti dischi diventati dei veri classici. Con Get Up Off Your Knees il musicista americano ha continuato a portare avanti l'eredità della Tribe Records e questa volta lo fa con un gruppo di musicisti jazz emergenti della Motor City tra i quali il batterista Louis M. Jones III, il trombettista Trunino Lowe e il chitarrista Jacob Schwantz. Il disco della Wendell Harrison Tribe è molto ricco e comprende composizioni originali di Harrison contenenti elementi r&b, soul e suggestioni provenienti dalla musica africana, il tutto visto attraverso la lente del jazz. In Siera e Samoulen Khale Yi, opere scritte dal cantante e contrabbassista Pathe Jassi, Harrison rende omaggio alla cultura della Guinea-Bissau e del Senegal. Anche in Educators si trovano sfumature africane che prendono forma nelle potenti percussioni che accompagnano la sublime performance di Harrison al clarinetto basso e clarinetto. Qualsiasi amante del jazz sarà rapito da Get Up Off Your Knees, ma lo scopo principale di Harrison nella realizzazione di questo album non era affascinare, quanto incoraggiare le nuove generazioni a mettere l'istruzione al primo posto e creare consapevolezza sociale. Nella title track spicca la determinazione della cantante Miche Braden che è ancora una volta evidente in Revolution, un'originale versione di The Revolution Will Not Be Televised di Gil Scott-Heron, impreziosita e resa ancora più attuale dai versi del poeta Reverendo Mbiyu Chui.
HARRISON WENDELL
GET UP OFF YOUR KNEES
PURE PLEASURE - 2xVinile: PP 520
Per tutta la sua ultra cinquantennale carriera, il sassofonista americano Wendell Harrison ha sempre scelto di avere una completa autonomia. Oltre ad essere una leggenda della scena jazz di Detroit e fare da mentore a musicisti emergenti attraverso la sua organizzazione noprofit Rebirth Inc., negli anni '70 Harrison ha anche fondato l'etichetta Tribe Records, creatrice di una rivista e di molti dischi diventati dei veri classici. Con "Get Up Off Your Knees" il musicista americano ha continuato a portare avanti l'eredità della Tribe Records e questa volta lo fa con un gruppo di musicisti jazz emergenti della Motor City tra i quali il batterista Louis M. Jones III, il trombettista Trunino Lowe e il chitarrista Jacob Schwantz. Il disco della Wendell Harrison Tribe è molto ricco e comprende composizioni originali di Harrison contenenti elementi r&b, soul e suggestioni provenienti dalla musica africana, il tutto visto attraverso la lente del jazz. In "Siera" e "Samoulen Khale Yi", opere scritte dal cantante e contrabbassista Pathe Jassi, Harrison rende omaggio alla cultura della Guinea-Bissau e del Senegal. Anche in "Educators" si trovano sfumature africane che prendono forma nelle potenti percussioni che accompagnano la sublime performance di Harrison al clarinetto basso e clarinetto. Qualsiasi amante del jazz sarà rapito da "Get Up Off Your Knees", ma lo scopo principale di Harrison nella realizzazione di questo album non era affascinare, quanto incoraggiare le nuove generazioni a mettere l'istruzione al primo posto e creare consapevolezza sociale. Nella title track spicca la determinazione della cantante Miche Braden che è ancora una volta evidente in "Revolution", un'originale versione di "The Revolution Will Not Be Televised" di Gil Scott-Heron, impreziosita e resa ancora più attuale dai versi del poeta Reverendo Mbiyu Chui.
anche disponibiliemissione del 04 Aprile 2022