COLEMAN GEORGE :  GEORGE COLEMAN AT YOSHI'S  (PURE PLEASURE)

Quando viene pubblicata una registrazione di George Coleman, è sempre un evento. Sebbene il sassofonista americano si sia esibito molto, abbia scritto e insegnato tanto, sono stati pubblicati pochissimi dischi a suo nome. George Coleman at Yoshi's è un album particolarmente emozionante in quanto è possibile ascoltare il maestro dal vivo in un concerto nell'allora neonato locale Yoshi's di Oakland, in California, e apprezzare le sue tecniche estese e il suo elevato senso delle idee tonali. Coleman e il pianista Harold Mabern, entrambi originari della fertile scena jazz di Memphis, formano un duo perfetto, abilmente supportato dal batterista Alvin Queen e dal bassista di New York Ray Drummond. In George Coleman at Yoshi's ci sono molti momenti solenni, rilassanti e riflessivi creati da Coleman, come le tracce iniziali, They Say It's Wonderful e Good Morning Heartache, brani che si scaldano lentamente fino a diventare piacevolmente swing. Laig Gobblin' Blues è un brano rinfrescante firmato dal leader che rievoca il jazz tipico della sua terra natale, mentre Father, un altro suo originale, ricorda all'ascoltatore che la dignità e la classe del sassofonista non possono essere sottovalutate. Soul Eyes è l'ultimo pezzo, una chiusura perfetta con i suoi quasi 17 minuti durante i quali è possibile che vi venga il dubbio se in realtà non sia stato Coleman a influenzare John Coltrane. Il valzer standard di Freddie Hubbard Up Jumped Spring veloce e costantemente in movimento mostra ulteriormente una relazione tra i due titani del sax tenore, con la band che cita Olé di Coltrane. Mabern è formidabile, raffinato ed entusiasmante, come si può ascoltare in Jo di Paul Arslanian. Insomma George Coleman At Yoshi's è un disco bello e intenso dall'inizio alla fine, con Coleman e la sua band che non si risparmiano e offrono al pubblico una performance davvero da non perdere.
COLEMAN GEORGE
GEORGE COLEMAN AT YOSHI'S
PURE PLEASURE - 2xVinile: PP 126
Quando viene pubblicata una registrazione di George Coleman, è sempre un evento. Sebbene il sassofonista americano si sia esibito molto, abbia scritto e insegnato tanto, sono stati pubblicati pochissimi dischi a suo nome. "George Coleman at Yoshi's" è un album particolarmente emozionante in quanto è possibile ascoltare il maestro dal vivo in un concerto nell'allora neonato locale Yoshi's di Oakland, in California, e apprezzare le sue tecniche estese e il suo elevato senso delle idee tonali. Coleman e il pianista Harold Mabern, entrambi originari della fertile scena jazz di Memphis, formano un duo perfetto, abilmente supportato dal batterista Alvin Queen e dal bassista di New York Ray Drummond. In "George Coleman at Yoshi's" ci sono molti momenti solenni, rilassanti e riflessivi creati da Coleman, come le tracce iniziali, "They Say It's Wonderful" e "Good Morning Heartache", brani che si scaldano lentamente fino a diventare piacevolmente swing. "Laig Gobblin' Blues" è un brano rinfrescante firmato dal leader che rievoca il jazz tipico della sua terra natale, mentre "Father", un altro suo originale, ricorda all'ascoltatore che la dignità e la classe del sassofonista non possono essere sottovalutate. "Soul Eyes" è l'ultimo pezzo, una chiusura perfetta con i suoi quasi 17 minuti durante i quali è possibile che vi venga il dubbio se in realtà non sia stato Coleman a influenzare John Coltrane. Il valzer standard di Freddie Hubbard "Up Jumped Spring" veloce e costantemente in movimento mostra ulteriormente una relazione tra i due titani del sax tenore, con la band che cita "Olé" di Coltrane. Mabern è formidabile, raffinato ed entusiasmante, come si può ascoltare in "Jo" di Paul Arslanian. Insomma "George Coleman At Yoshi's" è un disco bello e intenso dall'inizio alla fine, con Coleman e la sua band che non si risparmiano e offrono al pubblico una performance davvero da non perdere.
anche disponibiliemissione del 06 Febbraio 2023