SANDERS PHAROAH :  JOURNEY TO THE ONE  (PURE PLEASURE)

Nel 1980, quando Journey to the One è stato originariamente pubblicato, Pharoah Sanders era una cosa sola con il suo sax tenore. Gli anni trascorsi da Sanders al fianco del maestro John Coltrane sono stati fondamentali per lo sviluppo del suo stile e hanno determinato la sua voglia di esplorare tutte le possibilità del sax. Journey to the One si apre con Greetings to Idris, tributo di Sanders al batterista Idris Muhammad, caratterizzato da una struttura tradizionale in cui però c'è anche spazio per l'improvvisazione. Naturalmente il sax di Sanders è lo strumento principale del disco ma, da sempre interessato come Trane a strumenti di altre culture, in Kazuko (Peace Child) Sanders ha previsto la presenza del koto, strumento a corde giapponese molto armonico, di campanelle a vento e armonium, perfetti per affiancare le sonorità morbide e ricche del sax tenore e creare un'atmosfera meditativa. La maggior parte della musica è composta e arrangiata da Sanders, ma c'è anche una composizione di John Coltrane, After The Rain, che viene interpretata da Sanders con lo stile del suo maestro in modo così perfetto da rendere difficile, anche per l'ascoltatore più esigente, distinguere la versione originale da quella di Sanders. Si tratta di un duetto blues con solo sax e pianoforte dalle melodie semplici e inquietanti che non si vorrebbe più smettere di ascoltare. Easy To Remember di Lorenz Hart e Richard Rogers, è uno standard superbo, registrato anche da Coltrane, con un leggero swing costruito attorno a un quartetto classico  composto da batteria, basso, pianoforte e sax. In Soledad Sanders incorpora l'uso di altri strumenti estranei al jazz, tabla e sitar e il risultato è un brano geniale che fonde Oriente e Occidente. In You've Got to Have Freedom Sanders si esibisce in alcuni straordinari assoli, ma senza lasciare mai la struttura del gruppo che prevede anche un ritornello cantato in stile Manhattan Transfer. L'uso della voce è ripetuto nella traccia intitolata Think About The One e in questo caso si tratta del cantante Bobby McFerrin. La traccia di chiusura Bedria è una dolce esplorazione delle varie gamme del sax tenore, un brano di dieci minuti che mostra tutta la grazia di Sanders, un gigante gentile che sa manipolare il suo strumento per fare cose straordinarie. Journey to the One è un disco imperdibile che mostra diversi lati di Pharoah Sanders, un artista sempre pronto ad esplorare la musica, ma anche a sviscerare i meandri della propria anima per condividerli con il pubblico.
SANDERS PHAROAH
JOURNEY TO THE ONE
PURE PLEASURE - 2xVinile: PP 108109
Nel 1980, quando "Journey to the One" è stato originariamente pubblicato, Pharoah Sanders era una cosa sola con il suo sax tenore. Gli anni trascorsi da Sanders al fianco del maestro John Coltrane sono stati fondamentali per lo sviluppo del suo stile e hanno determinato la sua voglia di esplorare tutte le possibilità del sax. "Journey to the One" si apre con "Greetings to Idris", tributo di Sanders al batterista Idris Muhammad, caratterizzato da una struttura tradizionale in cui però c'è anche spazio per l'improvvisazione. Naturalmente il sax di Sanders è lo strumento principale del disco ma, da sempre interessato come Trane a strumenti di altre culture, in "Kazuko (Peace Child)" Sanders ha previsto la presenza del koto, strumento a corde giapponese molto armonico, di campanelle a vento e armonium, perfetti per affiancare le sonorità morbide e ricche del sax tenore e creare un'atmosfera meditativa. La maggior parte della musica è composta e arrangiata da Sanders, ma c'è anche una composizione di John Coltrane, "After The Rain", che viene interpretata da Sanders con lo stile del suo maestro in modo così perfetto da rendere difficile, anche per l'ascoltatore più esigente, distinguere la versione originale da quella di Sanders. Si tratta di un duetto blues con solo sax e pianoforte dalle melodie semplici e inquietanti che non si vorrebbe più smettere di ascoltare. "Easy To Remember" di Lorenz Hart e Richard Rogers, è uno standard superbo, registrato anche da Coltrane, con un leggero swing costruito attorno a un quartetto classico composto da batteria, basso, pianoforte e sax. In "Soledad" Sanders incorpora l'uso di altri strumenti estranei al jazz, tabla e sitar e il risultato è un brano geniale che fonde Oriente e Occidente. In "You've Got to Have Freedom" Sanders si esibisce in alcuni straordinari assoli, ma senza lasciare mai la struttura del gruppo che prevede anche un ritornello cantato in stile Manhattan Transfer. L'uso della voce è ripetuto nella traccia intitolata "Think About The One" e in questo caso si tratta del cantante Bobby McFerrin. La traccia di chiusura "Bedria" è una dolce esplorazione delle varie gamme del sax tenore, un brano di dieci minuti che mostra tutta la grazia di Sanders, un gigante gentile che sa manipolare il suo strumento per fare cose straordinarie. "Journey to the One" è un disco imperdibile che mostra diversi lati di Pharoah Sanders, un artista sempre pronto ad esplorare la musica, ma anche a sviscerare i meandri della propria anima per condividerli con il pubblico.
anche disponibiliemissione del 17 Ottobre 2022