PEJAK KATARINA :  PEARLS ON A STRING  (RUF)

Con “Pearls on a String”, la cantante, tastierista e cantautrice nata a Belgrado, Katarina Pejak propone la sua terza pubblicazione per casa Ruf Records. Mentre il suo disco di debutto del 2019, “Roads That Cross”, è stato registrato presso lo studio Marz di Mike Zito, in Texas, le sessioni di questo nuovo progetto sono state realizzate in Francia, dove si è trasferita da diversi anni la musicista il cui marito, Romain Guillot, ha svolto il ruolo di co-produttore e tecnico del suono. Al suo fianco Pejak ha voluto una band di tre elementi, composta dal chitarrista Boris Rosenfeld, dal bassista Sylvain Didou e dal batterista Johan Barrer. Ci sono anche due ospiti speciali: la chitarrista californiana Laura Chavez che si esibisce nella traccia di apertura e Dana Colley, la sassofonista del gruppo rock alternativo Morphine, che fa la sua apparizione nel pezzo jazz intitolato “Woman”. La tracklist propone 10 brani originali oltre a 2 cover: il classico dei Pink Floyd “Money” scritto da Roger Waters e “Honey Jar” della band statunitense The Wood Brothers. Racconta Pejak: «La mia versione di “Money” è stata divertente da registrare perché possiede un tocco ironico e inquietante che, si spera, metterà in discussione il messaggio della canzone. E “Honey Jar” è semplicemente una bellissima canzone che adoro suonare». Per quanto riguarda i temi degli originali scritti dall’artista, Pejak sottolinea che «si tratta di dire addio al passato, mettere in discussione con gioia l’amore e le relazioni e godersi ciò che abbiamo. Dopo un periodo in cui abbiamo iniziato a scrivere le nuove canzoni senza riuscire a finirle, è stato come se si fosse rotto un argine: dopo aver ultimato la traccia che dà il titolo al disco gli altri brani hanno iniziato semplicemente ad arrivare». Continua Pejak: «Ciò che distingue questo album dai miei precedenti è che l’ho prodotto io stessa con il contributo della mia band e di Romain. Ho avuto assoluta libertà di arrangiare le canzoni e decidere quale atmosfera mettere al centro di ogni canzone, ma con questa libertà è arrivata anche la responsabilità. Questo è il motivo per cui si tratta di un disco molto personale, è un passo in una nuova direzione per me come musicista, ma alcuni suoni familiari sono ancora presenti».
PEJAK KATARINA
PEARLS ON A STRING
RUF - CD: RUF 1312
Con “Pearls on a String”, la cantante, tastierista e cantautrice nata a Belgrado, Katarina Pejak propone la sua terza pubblicazione per casa Ruf Records. Mentre il suo disco di debutto del 2019, “Roads That Cross”, è stato registrato presso lo studio Marz di Mike Zito, in Texas, le sessioni di questo nuovo progetto sono state realizzate in Francia, dove si è trasferita da diversi anni la musicista il cui marito, Romain Guillot, ha svolto il ruolo di co-produttore e tecnico del suono. Al suo fianco Pejak ha voluto una band di tre elementi, composta dal chitarrista Boris Rosenfeld, dal bassista Sylvain Didou e dal batterista Johan Barrer. Ci sono anche due ospiti speciali: la chitarrista californiana Laura Chavez che si esibisce nella traccia di apertura e Dana Colley, la sassofonista del gruppo rock alternativo Morphine, che fa la sua apparizione nel pezzo jazz intitolato “Woman”. La tracklist propone 10 brani originali oltre a 2 cover: il classico dei Pink Floyd “Money” scritto da Roger Waters e “Honey Jar” della band statunitense The Wood Brothers. Racconta Pejak: «La mia versione di “Money” è stata divertente da registrare perché possiede un tocco ironico e inquietante che, si spera, metterà in discussione il messaggio della canzone. E “Honey Jar” è semplicemente una bellissima canzone che adoro suonare». Per quanto riguarda i temi degli originali scritti dall’artista, Pejak sottolinea che «si tratta di dire addio al passato, mettere in discussione con gioia l’amore e le relazioni e godersi ciò che abbiamo. Dopo un periodo in cui abbiamo iniziato a scrivere le nuove canzoni senza riuscire a finirle, è stato come se si fosse rotto un argine: dopo aver ultimato la traccia che dà il titolo al disco gli altri brani hanno iniziato semplicemente ad arrivare». Continua Pejak: «Ciò che distingue questo album dai miei precedenti è che l’ho prodotto io stessa con il contributo della mia band e di Romain. Ho avuto assoluta libertà di arrangiare le canzoni e decidere quale atmosfera mettere al centro di ogni canzone, ma con questa libertà è arrivata anche la responsabilità. Questo è il motivo per cui si tratta di un disco molto personale, è un passo in una nuova direzione per me come musicista, ma alcuni suoni familiari sono ancora presenti».
anche disponibiliemissione del 24 Giugno 2024