COLEMAN STEVE :  POLYTROPOS/OF MANY TURNS  (PI RECORDINGS)

“PolyTropos/Of Many Turns” è l’attesissima nuova uscita dell’influente sassofonista contralto e compositore Steve Coleman. Composto da due set registrati dal vivo durante un tour in Francia nel marzo 2024, il disco presenta la band di Coleman, The Five Elements, composta dai membri storici Jonathan Finlayson alla tromba e Sean Rickman alla batteria a cui si è aggiunto Rich Brown al basso. Dalla pubblicazione, nel 2018, di “Live at the Village Vanguard” Coleman si è sempre concentrato su registrazioni dal vivo che ritiene essere l’unica vera rappresentazione della natura rischiosa della sua musica. Questi due set, registrati a Parigi e Voiron, documentano il continuo perfezionamento dell’inimitabile gergo musicale dei Five Elements. Si tratta di una musica a flusso libero che mescola figure e composizioni predeterminate e spontanee, in movimenti continui caratterizzati da rapidi colpi di scena che dipendono completamente da un livello di comunicazione costante ed extrasensoriale acquisito dopo migliaia di ore di performance collettiva. La collaborazione è democratica, con ogni strumento che contribuisce ritmicamente e tonalmente. L’armoniosa interazione tra i musicisti è facilitata dall’insolita disposizione scenica a semicerchio che, proprio come un cerchio di tamburi, consente il contatto visivo, permettendo segnali che possono reindirizzare istantaneamente la musica in una direzione completamente diversa. La musica è per lo più suonata in linee lunghe e staccate, rafforzando l’impressione che ogni strumento sia un tamburo intonato e che questa musica sia inconfondibilmente nata dalla diaspora africana. Nel corso della sua carriera lunga quasi mezzo secolo, Coleman ha tratto ispirazione da concetti esterni alla musica: dal sistema di divinazione Yoruba (“The Mancy of Sound”), dal battito cardiaco umano (“Functional Arrhythmias”) e dalle articolazioni umane (“Sinovial Joints”). Di recente l’artista ha studiato le catene strutturali delle molecole di amminoacidi, utilizzandole in modo creativo come modelli per creare connessioni melodiche e ritmiche. Secondo Coleman: «La sintesi degli amminoacidi può avvenire in vari modi, quindi nella mia rivisitazione musicale delle reazioni biochimiche, le cellule melodiche si formano attraverso molti percorsi diversi o molti giri basati su questi modelli. La musica potrebbe essere definita politonale, visto che gli intervalli si legano continuamente in modi specifici per formare varie molecole tonali, che prendono il posto delle armonie tradizionali». Le composizioni di “PolyTropos/Of Many Turns” sono spesso ridotte a brevi frasi che si intrecciano con composizioni esistenti e con l’improvvisazione spontanea del gruppo. La musica è un flusso libero, una conversazione sofisticata guidata da un complesso sistema di chiamata e risposta che crea magicamente forma e struttura. Il virtuosismo della band è sorprendente, con Brown e Rickman che forniscono un groove infinito con continui cambiamenti di colore e variazioni ritmiche. Coleman e Finlayson scherzano con accordi e disaccordi, interiezioni ed esclamazioni, regalando all’ascoltatore uno spettacolo unico. Polytropos che in greco significa molteplice, è l’aggettivo che nel primo verso dell’Odissea è usato per definire Ulisse. Il significato del termine in quel contesto è stato ampiamente dibattuto spaziando da ‘colui che ha molto viaggiato’, ‘complicato’, ‘a più livelli’ e ‘in molti modi’. Ciascuna di queste definizioni può essere utilizzata per descrivere in modo appropriato Coleman e la sua musica.
COLEMAN STEVE
POLYTROPOS/OF MANY TURNS
PI RECORDINGS - 2xCD: PI 105
“PolyTropos/Of Many Turns” è l’attesissima nuova uscita dell’influente sassofonista contralto e compositore Steve Coleman. Composto da due set registrati dal vivo durante un tour in Francia nel marzo 2024, il disco presenta la band di Coleman, The Five Elements, composta dai membri storici Jonathan Finlayson alla tromba e Sean Rickman alla batteria a cui si è aggiunto Rich Brown al basso. Dalla pubblicazione, nel 2018, di “Live at the Village Vanguard” Coleman si è sempre concentrato su registrazioni dal vivo che ritiene essere l’unica vera rappresentazione della natura rischiosa della sua musica. Questi due set, registrati a Parigi e Voiron, documentano il continuo perfezionamento dell’inimitabile gergo musicale dei Five Elements. Si tratta di una musica a flusso libero che mescola figure e composizioni predeterminate e spontanee, in movimenti continui caratterizzati da rapidi colpi di scena che dipendono completamente da un livello di comunicazione costante ed extrasensoriale acquisito dopo migliaia di ore di performance collettiva. La collaborazione è democratica, con ogni strumento che contribuisce ritmicamente e tonalmente. L’armoniosa interazione tra i musicisti è facilitata dall’insolita disposizione scenica a semicerchio che, proprio come un cerchio di tamburi, consente il contatto visivo, permettendo segnali che possono reindirizzare istantaneamente la musica in una direzione completamente diversa. La musica è per lo più suonata in linee lunghe e staccate, rafforzando l’impressione che ogni strumento sia un tamburo intonato e che questa musica sia inconfondibilmente nata dalla diaspora africana. Nel corso della sua carriera lunga quasi mezzo secolo, Coleman ha tratto ispirazione da concetti esterni alla musica: dal sistema di divinazione Yoruba (“The Mancy of Sound”), dal battito cardiaco umano (“Functional Arrhythmias”) e dalle articolazioni umane (“Sinovial Joints”). Di recente l’artista ha studiato le catene strutturali delle molecole di amminoacidi, utilizzandole in modo creativo come modelli per creare connessioni melodiche e ritmiche. Secondo Coleman: «La sintesi degli amminoacidi può avvenire in vari modi, quindi nella mia rivisitazione musicale delle reazioni biochimiche, le cellule melodiche si formano attraverso molti percorsi diversi o molti giri basati su questi modelli. La musica potrebbe essere definita politonale, visto che gli intervalli si legano continuamente in modi specifici per formare varie molecole tonali, che prendono il posto delle armonie tradizionali». Le composizioni di “PolyTropos/Of Many Turns” sono spesso ridotte a brevi frasi che si intrecciano con composizioni esistenti e con l’improvvisazione spontanea del gruppo. La musica è un flusso libero, una conversazione sofisticata guidata da un complesso sistema di chiamata e risposta che crea magicamente forma e struttura. Il virtuosismo della band è sorprendente, con Brown e Rickman che forniscono un groove infinito con continui cambiamenti di colore e variazioni ritmiche. Coleman e Finlayson scherzano con accordi e disaccordi, interiezioni ed esclamazioni, regalando all’ascoltatore uno spettacolo unico. Polytropos che in greco significa molteplice, è l’aggettivo che nel primo verso dell’Odissea è usato per definire Ulisse. Il significato del termine in quel contesto è stato ampiamente dibattuto spaziando da ‘colui che ha molto viaggiato’, ‘complicato’, ‘a più livelli’ e ‘in molti modi’. Ciascuna di queste definizioni può essere utilizzata per descrivere in modo appropriato Coleman e la sua musica.
anche disponibiliemissione del 28 Ottobre 2024