FARAO' ANTONIO :  NEXT STORIES  (ENJA)

mid-price - Non è facile imbattersi in pianisti che non solo si adattano perfettamente a blues, bebop e ballate ma che sono capaci di apportare qualcosa di personale ed originale alla tastiera: Antonio Faraò - che fra gli altri ha collaborato con Franco Ambrosetti, Richard Galliano, John Abercrombie, Billy Cobham, Lee Konitz, Antonio Hart, Branford Marsalis e Joe Lovano - è senza dubbio il puù importante pianista jazz mainstream della scena italiana attuale ed è uno dei pochi musicisti della comunità jazz europea ad essere riuscito a suonare a farsi apprezzare nei più tradizionali locali di New York. Next Stories, album in trio con Ed Howard al basso e Gene Jackson alla batteria (a cui dà man forte in alcune tracce il percussionista Pibo Marquez) composto da originali e due standards, farà apprezzare il pianismo di Faraò che in alcuni momenti richiama alla mente McCoy Tyner ed Herbie Hancock anche se fondamentalmente ha una cifra stilistica propria e rappresenta un importante momento per la saga creativa del ragazzo prodigio che già a metà degli anni '80 suonava con Daniel Humair e Steve Grossman al Capolinea di Milano e che a 35 anni dimostra una grande maturità artistica.
FARAO' ANTONIO
NEXT STORIES
ENJA - CD: ENJ 94302
mid-price - Non è facile imbattersi in pianisti che non solo si adattano perfettamente a blues, bebop e ballate ma che sono capaci di apportare qualcosa di personale ed originale alla tastiera: Antonio Faraò - che fra gli altri ha collaborato con Franco Ambrosetti, Richard Galliano, John Abercrombie, Billy Cobham, Lee Konitz, Antonio Hart, Branford Marsalis e Joe Lovano - è senza dubbio il puù importante pianista jazz mainstream della scena italiana attuale ed è uno dei pochi musicisti della comunità jazz europea ad essere riuscito a suonare a farsi apprezzare nei più tradizionali locali di New York. "Next Stories", album in trio con Ed Howard al basso e Gene Jackson alla batteria (a cui dà man forte in alcune tracce il percussionista Pibo Marquez) composto da originali e due standards, farà apprezzare il pianismo di Faraò che in alcuni momenti richiama alla mente McCoy Tyner ed Herbie Hancock anche se fondamentalmente ha una cifra stilistica propria e rappresenta un importante momento per la saga creativa del ragazzo prodigio che già a metà degli anni '80 suonava con Daniel Humair e Steve Grossman al Capolinea di Milano e che a 35 anni dimostra una grande maturità artistica.
anche disponibiliemissione del 15 Maggio 2002