TROUBADOURS UNITED :  ROAD OF THE TROUBADOURS  (ENJA)

mid-price - 800 anni fa i trovatori di Occitania, Andalusia e Sicilia lanciarono il primo grande progetto culturale europeo che si sparse ovunque nel continente: l'etimologia della parola trovatore resta ancora incerta ma molti ritengono possa essere ricondotta a 'tarab' che è tuttora una parola chiave dell'alfabeto musicale arabo. Evidentemente ispirato da modelli e regole moresche ed arabe, il movimento dei trovatori acquisì gradualmente una forma assolutamente individuale e parecchi degli argomenti trattati erano gli stessi dei primi poeti sufi dell'Europa del sud e del nord Africa. Il canto dei trovatori toccava regioni dell'animo raramente trattate in Europa: si trattava fondamentalmente di 'musica soul', come le canzoni dei sufi o i poemi medievali indiani bhakti. Tristemente, la cultura, il linguaggio e la musica dei trovatori sono state completamente cancellate in Europa: nel XIV a Tolosa il solo possesso di un manoscritto di testi di trovatori era sufficiente per essere condotti di fronte al tribunale dell'Inquisizione. Della grande tradizione occitana sono restati solo poche centinaia di frammenti di manoscritti che non sono vere e proprie trascrizioni di musiche e testi ma solo appunti mnemonici per chi già conosceva le canzoni e voleva ricordare specifiche sequenze: le parti musicali sono andate perdute. L'Europa ha perso la memoria musicale quando l'ultimo dei trovatori morì nel 1294.  Al contrario i versi dei bhakti indiani e dei sufi islamici sono tuttora cantati e perfettamente tramandati da secoli: per farsi un'idea di come avrebbe potuto suonare la musica dei trovatori è logico fare ricerca tra le tradizioni indiane, orientali e nord africane. Seguendo le tracce del trovatore Heinrich von Morungen, il ricercatore tedesco Peter Pannke è arrivato fino in India ed insieme a musicisti provenienti da India, Turchia, Siria e Francia si è lasciato ispirare dalle sonorità che ha incontrato sulla strada per scoprire che gli antichi versi di Morungen si calavano perfettamente nei modelli poetici e musicali delle culture che spaziano tra Maghreb nord africano, Turchia e Persia fino all'India. Con Barbaros Erköse (clarinetto), Louis Soret (voce, flauto, nay, lyra, doira...), Iyad Haymour (bendir, oud, qanun, riq), Premkumar Mallik (voce, harmonium...), Anandkumar Mallik (tabla, pakhawaj), Martin Gordon (basso) e Peter Pannke (voce, setar, cümbüs). Un album affascinante.
TROUBADOURS UNITED
ROAD OF THE TROUBADOURS
ENJA - CD: ENJ 94362
mid-price - 800 anni fa i trovatori di Occitania, Andalusia e Sicilia lanciarono il primo grande progetto culturale europeo che si sparse ovunque nel continente: l'etimologia della parola trovatore resta ancora incerta ma molti ritengono possa essere ricondotta a 'tarab' che è tuttora una parola chiave dell'alfabeto musicale arabo. Evidentemente ispirato da modelli e regole moresche ed arabe, il movimento dei trovatori acquisì gradualmente una forma assolutamente individuale e parecchi degli argomenti trattati erano gli stessi dei primi poeti sufi dell'Europa del sud e del nord Africa. Il canto dei trovatori toccava regioni dell'animo raramente trattate in Europa: si trattava fondamentalmente di 'musica soul', come le canzoni dei sufi o i poemi medievali indiani bhakti. Tristemente, la cultura, il linguaggio e la musica dei trovatori sono state completamente cancellate in Europa: nel XIV a Tolosa il solo possesso di un manoscritto di testi di trovatori era sufficiente per essere condotti di fronte al tribunale dell'Inquisizione. Della grande tradizione occitana sono restati solo poche centinaia di frammenti di manoscritti che non sono vere e proprie trascrizioni di musiche e testi ma solo appunti mnemonici per chi già conosceva le canzoni e voleva ricordare specifiche sequenze: le parti musicali sono andate perdute. L'Europa ha perso la memoria musicale quando l'ultimo dei trovatori morì nel 1294. Al contrario i versi dei bhakti indiani e dei sufi islamici sono tuttora cantati e perfettamente tramandati da secoli: per farsi un'idea di come avrebbe potuto suonare la musica dei trovatori è logico fare ricerca tra le tradizioni indiane, orientali e nord africane. Seguendo le tracce del trovatore Heinrich von Morungen, il ricercatore tedesco Peter Pannke è arrivato fino in India ed insieme a musicisti provenienti da India, Turchia, Siria e Francia si è lasciato ispirare dalle sonorità che ha incontrato sulla strada per scoprire che gli antichi versi di Morungen si calavano perfettamente nei modelli poetici e musicali delle culture che spaziano tra Maghreb nord africano, Turchia e Persia fino all'India. Con Barbaros Erköse (clarinetto), Louis Soret (voce, flauto, nay, lyra, doira...), Iyad Haymour (bendir, oud, qanun, riq), Premkumar Mallik (voce, harmonium...), Anandkumar Mallik (tabla, pakhawaj), Martin Gordon (basso) e Peter Pannke (voce, setar, cümbüs). Un album affascinante.
anche disponibiliemissione del 15 Novembre 2002