ABOU-KHALIL RABIH :  EM PORTUGUES  (ENJA)

mid-price - Dopo aver registrato con i grandi del jazz, con musicisti della tradizione araba, con quartetti di musica classica e con musicisti armeni e dopo aver scritto opere sinfoniche per l'inglese Bbc Orchestra e la tedesca Ensemble Modern, il musicista e compositore libanese Rabih Abou-Khalil ha deciso di lanciarsi in una nuova avventura che ha per filo conduttore una musica passionale e malinconica: il fado. Frutto di questa avventura iniziata con una richiesta di Ricardo Pais, il direttore del Teatro Nazionale di Porto, è Em Portugues. Non era certamente la prima volta che Abou-Khalil prendeva in considerazione l'idea di lavorare con un cantante. Tuttavia, trovare un artista che fosse in grado di interpretare i complessi ritmi e le melodie inusuali, e fosse sufficientemente radicato nella sua propria cultura per poterne trascenderne, non è stato facile. La svolta è arrivata con la scoperta di Ricardo Ribeiro, un giovane cantante di Lisbona che, nonostante abbia appena 26 anni, si è già costruito un'importante reputazione in Portogallo. La sua voce, a volte morbida e setosa, a volte brutale e potente, si fonde con l'oud di Abou-Khalil, giocando a creare un nuova unità. Al loro fianco alcuni dei vecchi compagni di viaggio di Abou-Khalil. L'italiano Luciano Biondini, virtuoso della fisarmonica, è una presenza discreta, che accentua magistralmente le variegate sfumature musicali. Il francese Michel Godard, ormai da 17 anni al fianco di Abou-Khalil, ritorna impegnato alla tuba e al serpentone, antico strumento da lui portato a nuova vita. Completa il gruppo Jarrod Cagwin, batterista americano ormai esperto dei ritmi di Abou-Khalil, capace di contaminarli con accenti swing. Il risultato è un 'folklore immaginario', una musica ricca di sonorità nuove e originali, ma al tempo stesso naturale e intuitiva; un musica che sembra essere esistita da  sempre. Lontano da qualsiasi banalità, qualcosa di nuovo è nato. Forse è l'anello mancante tra Oriente e Occidente, tra classico e moderno, tra folclore e musica colta; una musica radicata in ogni luogo ed in ogni tempo.
ABOU-KHALIL RABIH
EM PORTUGUES
ENJA - CD: ENJ 95202
mid-price - Dopo aver registrato con i grandi del jazz, con musicisti della tradizione araba, con quartetti di musica classica e con musicisti armeni e dopo aver scritto opere sinfoniche per l'inglese Bbc Orchestra e la tedesca Ensemble Modern, il musicista e compositore libanese Rabih Abou-Khalil ha deciso di lanciarsi in una nuova avventura che ha per filo conduttore una musica passionale e malinconica: il fado. Frutto di questa avventura iniziata con una richiesta di Ricardo Pais, il direttore del Teatro Nazionale di Porto, è "Em Portugues". Non era certamente la prima volta che Abou-Khalil prendeva in considerazione l'idea di lavorare con un cantante. Tuttavia, trovare un artista che fosse in grado di interpretare i complessi ritmi e le melodie inusuali, e fosse sufficientemente radicato nella sua propria cultura per poterne trascenderne, non è stato facile. La svolta è arrivata con la scoperta di Ricardo Ribeiro, un giovane cantante di Lisbona che, nonostante abbia appena 26 anni, si è già costruito un'importante reputazione in Portogallo. La sua voce, a volte morbida e setosa, a volte brutale e potente, si fonde con l'oud di Abou-Khalil, giocando a creare un nuova unità. Al loro fianco alcuni dei vecchi compagni di viaggio di Abou-Khalil. L'italiano Luciano Biondini, virtuoso della fisarmonica, è una presenza discreta, che accentua magistralmente le variegate sfumature musicali. Il francese Michel Godard, ormai da 17 anni al fianco di Abou-Khalil, ritorna impegnato alla tuba e al serpentone, antico strumento da lui portato a nuova vita. Completa il gruppo Jarrod Cagwin, batterista americano ormai esperto dei ritmi di Abou-Khalil, capace di contaminarli con accenti swing. Il risultato è un 'folklore immaginario', una musica ricca di sonorità nuove e originali, ma al tempo stesso naturale e intuitiva; un musica che sembra essere esistita da sempre. Lontano da qualsiasi banalità, qualcosa di nuovo è nato. Forse è l'anello mancante tra Oriente e Occidente, tra classico e moderno, tra folclore e musica colta; una musica radicata in ogni luogo ed in ogni tempo.
anche disponibiliemissione del 15 Luglio 2008